EDUCARE CON IL KARATE DO : VISTO DA UN PUNTO DI VISTA PEDAGOGICO

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EDUCARE CON IL KARATE DO : VISTO DA UN PUNTO DI VISTA PEDAGOGICO

Un’indagine su 120 bambini rivela motivazioni e personalità dei piccoli praticanti di KarateDo.

Nella cultura occidentale la storia ci racconta come sia possibile separare il mondo delle idee da quello della mente.

Nel Karate Do, si parte dall’apprendimento di tecniche di autodifesa per arrivare alla profonda conoscenza e alla evoluzione di sé stessi.

Nelle arti marziali che hanno preso origine dallo Yoga, per passare attraverso il Tai Chi Chuan, per poi radicarsi in tutto l’oriente fino ad arrivare al Karate Do, il punto di partenza è un altro : IO SONO IL MIO CORPO.

Il dualismo occidentale decade e la persona, in tutte le arti marziali, non è solo un corpo che compie delle azioni e non è solo una mente che ragiona o un cuore con delle emozioni, ma è tutto insieme.

L’apprendimento e l’esecuzione delle tecniche non si riduce mai solo a un puro esercizio fisico, ma coinvolge sempre la mente e il cuore, contribuendo alla conoscenza di se stessi (per eseguire una tecnica ci vogliono abilità fisiche, concentrazione mentale, conoscenza del proprio corpo, dei propri limiti e delle proprie potenzialità, controllo e regolazione del proprio stato emotivo ecc.) e del contesto (le altre persone, l’ambiente ecc.).
Il Karate Do è un’arte marziale che ha primariamente propositi educativi e formativi della persona nella sua interezza.
Si parla infatti di “Karate Do” (“la via del karate”) come di un’arte, uno stile di vita che, partendo dall’apprendimento di tecniche di autodifesa, porta a una conoscenza profonda e all’evoluzione di se stessi.

La pratica del karate, inteso come Do:

 

Il karate do dal punto di vista pedagogico:

  • favorisce la consapevolezza di sé e l’autostima (fiducia in sé);
  • sostiene lo sviluppo delle capacità cognitive (la capacità di auto valutarsi correttamente e di porsi obiettivi reali, la memoria, l’attenzione e la flessibilità di pensiero, la costanza nella gestione di un lavoro e del proprio spazio-tempo);
  • sviluppa le capacità motorie (bilateralità, coordinamento, equilibrio, postura ecc.);
  • sostiene lo sviluppo delle capacità emotive (tramite l’allenamento nel Dojo, le gare, gli esami, gli stage con partecipazione di persone “esterne”; tutti questi sono momenti e ambiti di crescita che conducono al riconoscimento dei propri stati emotivi e quindi all’autoregolazione, all’assunzione di responsabilità personali e all’espressione in maniera adeguata delle proprie emozioni);
  • sviluppa abilità sociali (apprendimento delle regole, autocontrollo nella relazione con l’altro, sviluppo del rispetto verso se stessi e gli altri).

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By | 2019-06-03T12:04:02+00:00 June 1st, 2019|Blog|0 Comments

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